Alla scoperta della Plaka: il centro storico di Atene Preview

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Il centro storico di Atene

Benvenuti ad Atene, una città ricca di diversità e indiscutibilmente affascinante! Mi chiamo Georgia e, in qualità di nativa ateniese con molti anni di esperienza come guida turistica professionale, ho il piacere di guidarvi attraverso una delle gemme più frequentate ma nascoste del centro storico di Atene: Plaka.Insieme, esploreremo l'affascinante storia, la cultura e il fascino di questa zona straordinaria.Mentre camminate, vi fornirò un contesto interessante per migliorare la vostra esperienza nella Plaka. Questa zona, che probabilmente significa la città vecchia, conserva l'atmosfera di epoche passate. È come entrare in un vecchio dipinto di un'Atene che non esiste più. In questa “capsula del tempo” si intravede il passato. Sopra di noi incombe la collina dell'Acropoli, che simboleggia il regno degli dei, mentre ai suoi piedi entriamo nel mondo dei mortali. La Plaka emana un elemento di immortalità con i suoi quasi 4000 anni di storia.Durante l'esplorazione, vi racconterò le storie di questa zona. Lasciate che i vostri sensi si abbandonino alle offerte uniche della Plaka. Se vi siete lasciati alle spalle il rumore della città moderna, siete nel posto giusto per le nostre passeggiate. Iniziamo!COME USARE QUESTA APPPrima di iniziare il nostro tour, è importante spiegare come utilizzare efficacemente questa applicazione.Ogni tappa del nostro tour ha un proprio titolo, visualizzato sul lettore audio. È possibile scegliere di andare avanti o di personalizzare l'itinerario in base alle proprie preferenze. Tuttavia, la navigazione autonoma può essere fonte di confusione; pertanto, si raccomanda di seguire il tour nella sequenza indicata. Dopo aver ascoltato ogni direzione, è possibile mettere in pausa l'audioguida e riavviarla quando si è pronti a passare alla visita successiva. Per aiutarvi ulteriormente, è disponibile una mappa di accompagnamento per questo tour.Iniziamo il nostro viaggio nel cuore di Atene, partendo dalla stazione della metropolitana “Acropoli”. Uscite dalla stazione e passeggiate lungo la bella strada lastricata di Makriyanni per entrare nella pittoresca zona di Plaka.

Stop 1- Monumento di Lisicrate

Proseguendo la vostra passeggiata, incontrerete una piazza pittoresca e verdeggiante con l'Acropoli che si erge maestosa alle sue spalle. In questa piazza si trova un elegante monumento in marmo risalente al 4 secolo a.C..Questo monumento, dedicato alla vittoria di Lisicrate nelle feste teatrali annuali, assomiglia a un piccolo tempio circolare con sei colonne corinzie. Sopra le colonne, un bellissimo fregio raffigura il mito di Dioniso rapito dai pirati. Dioniso, noto anche come Bacco, era il dio del vino, dell'estasi, delle feste e del teatro. Venerato fin dal 2 millennio a.C., il suo culto contribuì in modo significativo alla nascita del drama greco antico, tra cui la tragedia, la commedia e il drama satiresco.Atene, in particolare il teatro di Dioniso ai piedi dell'Acropoli, era l'epicentro di questa attività teatrale. Gli spettacoli erano concorsi e i cittadini che li sponsorizzavano vincevano vasi e guadagnavano fama.Questo monumento è sopravvissuto nel tempo ed è diventato parte di un monastero di cappuccini nel 17 secolo. In particolare, nel 1815 frate Francesco piantò qui i primi pomodori in Grecia, inizialmente come piante ornamentali. Con il tempo, il suo sapore fu apprezzato e portò alla creazione della prima insalata greca in questo giardino.Nel monastero soggiornarono viaggiatori famosi, tra cui Francois Chateaubriand e Lord Byron. Durante il suo soggiorno, Byron scrisse poesie su Lord Elgin, che tentò di prendere il monumento, ma fu ostacolato dai monaci cappuccini. Nel 1829, un altro viaggiatore tentò di rubare la base di marmo, ma abbandonò il piano a causa del suo peso.Sebbene il monastero sia stato bruciato, il monumento di Lisicrate è ancora in piedi. Quando sarete pronti a continuare, ci addentreremo nella Plaka attraverso Tripodon Street.

Stop 2 - La via dei Tripodi o via Tripodon

Benvenuti nella via più antica di Atene! Questo vicolo relativamente piccolo ha conservato il suo nome per quasi 25 secoli. Nell'antichità era una delle strade più belle e ampie della città e collegava l'antica Agorà, il cuore pulsante di Atene, con il famoso teatro di Dioniso. Un tempo la strada era fiancheggiata da tripodi di bronzo che sostenevano bellissimi vasi, premi per i vincitori delle antiche gare teatrali che si tenevano al teatro di Dioniso. Questi premi, collocati vicino al teatro, servivano come aula di fama per gli sponsor che finanziavano gli spettacoli, garantendo loro la gloria eterna. Purtroppo solo pochi di questi tripodi sono sopravvissuti.Oggi, passeggiando lungo questa strada, troverete luoghi deliziosi dove fare una pausa e assaggiare i sapori greci, con caffè, gelaterie e taverne greche ovunque. Non mancate di assaggiare una tazza di caffè greco o un pezzo di torta di spinaci in una pasticceria locale! Potete anche provare il tradizionale spuntino “koulouri”, un pane rotondo ricoperto di sesamo che può essere croccante o morbido e delizioso!Continuando a percorrere via Tripodon, godetevi la vista delle bellissime case del 19 secolo. Molte persone scelgono ancora di vivere nel centro storico, quindi questi edifici sono ancora in uso. Alla vostra sinistra, potreste notare alcuni gradini in pietra. Se salite questi gradini, vi troverete di fronte all'emblematica chiesa di San Nicola Ragavas.

Stop 3 - San Nicola Ragavas

È il monumento bizantino più significativo della Plaka, un tempo il quartiere più aristocratico di Atene. Se si fa un passo indietro e si osserva la chiesa da lontano, si può notare la sua costruzione in due periodi distinti.Inizialmente costruita nell' 11 secolo d.C., come testimoniano i suoi dettagli architettonici e decorativi, la chiesa ha subito modifiche e aggiunte significative nel corso dei secoli. Fu chiamata Ragavas dal nome del suo fondatore, un membro della famiglia imperiale bizantina. Nel 1687, durante l'assedio di Atene da parte dei veneziani di Morosini, la chiesa fu parzialmente distrutta, ma gli abitanti del luogo la ripararono prontamente. Nel corso del tempo, ulteriori aggiunte trasformarono l'edificio, dandogli la forma di una semplice chiesa quadrangolare e cruciforme. Si notano anche diversi materiali architettonici antichi, una pratica comune dell'epoca e una testimonianza della ricca antichità della zona.Questa chiesa occupa un posto importante nel cuore e nella memoria collettiva degli ateniesi, essendo stata testimone di alcuni dei momenti più cruciali della città. Durante i quasi quattrocento anni di occupazione ottomana, le campane delle chiese furono messe a tacere. Quando Atene fu finalmente liberata, la prima campana a suonare fu quella di San Nicola. Allo stesso modo, nell'ottobre del 1944, quando le forze naziste si ritirarono da Atene, le campane di Ragavas suonarono ancora una volta, annunciando la libertà in tutta la città.La Plaka ospita molte chiese, passate e presente. Passeggiando, potreste vedere la gente del posto fare determinati gesti quando passa o entra nelle chiese. Il più tipico è quello di unire le prime tre dita della mano destra e piegare le ultime due, creando il simbolo della croce sul corpo. Questo gesto rappresenta un'immediata espressione di rispetto religioso, con le tre dita unite che simboleggiano la Santissima Trinità e le due dita piegate che rappresentano la doppia natura di Gesù Cristo.

Stop 4 - San Giorgio della Roccia

Percorrendo Ragava Street, si arriva a San Giorgio della Roccia, una cappella dedicata a una delle figure più venerate del cristianesimo ortodosso. Costruita nel 17 secolo accanto alla roccia dell'Acropoli, questa cappella è stata restaurata nel 19 secolo, stabilendo il confine orientale del quartiere di Anafiotika. Si tratta di una basilica semplice, a navata unica, costruita con materiali provenienti da edifici antichi.Questa chiesa si intreccia con molte storie ateniesi moderne, in particolare con la Seconda Guerra Mondiale. Il 27 aprile 1941, quando le forze naziste entrarono ad Atene, un gruppo di soldati si recò sull'Acropoli e prova di sostituire la bandiera greca con la svastica. Secondo la tradizione, il soldato di guardia al sito si rifiutò e, quando fu costretto, avvolse la bandiera greca intorno a sé e si gettò dalla scaliera, atterrando presumibilmente accanto a San Giorgio della Roccia. Sebbene la maggior parte degli storici la consideri una diceria, la storia ebbe un notevole impatto psicologico sugli ateniesi occupati, simboleggiando il primo atto di resistenza e ispirando la lotta per l'indipendenza. Questa leggenda ha portato all'erezione di una lastra di marmo nel 2000 da parte del Comune di Atene, che commemora l'incidente come atto simbolico di resistenza.Prendetevi un momento per ammirare questa chiesa prima di addentrarvi nel labirinto di piccole case imbiancate a calce dell'incantevole villaggio di Anafiotika.

Stop 5 - Anafiotika

La storia di questo piccolo e pittoresco quartiere ai piedi dell'Acropoli risale al 19 secolo, durante il periodo della dominazione ottomana. Quando Atene fu dichiarata capitale del nuovo Stato greco, il re Ottone della dinastia Wittelsbach arrivò con il progetto di sviluppare la città secondo gli standard europei. Ciò diede il via a un significativo svilupodisficatione edilizio, attirando ad Atene molti lavoratori da tutto il Paese.Tra questi lavoratori c'erano maestri costruttori e carpentieri provenienti dalle isole Cicladi, in particolare da Anafi, una piccola isola vicino a Santorini. Inizialmente si stabilirono in un'area apposita, ma ben presto divenne sovraffollata. Due uomini di Anafi cercarono un nuovo posto per stabilire le loro case, trovando le ripide pendici dell'Acropoli familiari e adatte. Tuttavia, non avevano i permessi di costruzione necessari, soprattutto perché l'area intorno all'Acropoli era stata dichiarata zona archeologica.Per aggirare il problema, si affidarono a una legge consuetudinaria dell'epoca ottomana che consentiva alle case illegali di evitare la demolizione se costruite durante la notte. Gli anafiani raccolsero rapidamente i materiali e costruirono le prime due case la notte, trasferendovi immediatamente le loro famiglie. Nonostante le obiezioni dell'aristocrazia locale, l'espansione di Anafiotika continuò, aggiungendo altre case nello stesso modo, fino a formare un labirinto di piccole abitazioni.Circa un centinaio di case imbiancate con piccoli cortili, persiane colorate e poti di fiori caratterizzavano Anafiotika, rendendola una delle zone più caratteristiche della città vecchia. Oggi sono rimaste circa cinquanta di queste case, abitate dai discendenti dei primi coloni, che conservano l'atmosfera storica della zona. È interessante notare che i vicoli e i passaggi tortuosi di Anafiotika sono privi di nome e le case sono semplicemente numerate, il che rappresenta una vera enigma per il postino.

Stop 6 - Agioi Anargyroi

Proseguendo la nostra passeggiata attraverso un piccolo parco, arriviamo a un importante monumento post-bizantino nel cuore della Plaka. Questa chiesa, costruita nel 17 secolo, sorge sopra le rovine di un antico tempio dedicato alla dea Afrodite, nota anche come Venere, dea della bellezza, dell'amore e del matrimonio. Serviva come catholicon, o chiesa principale, di un convento, e le celle per le monache e poi per i monaci sono ancora visibili nel cortile.Dal 18 secolo, questa chiesa è un Metochi del Santo Sepolcro, il che significa che è sotto l'autorità del Patriarcato di Gerusalemme. È in particolare la prima chiesa in Grecia a ricevere ogni anno la Santa Luce da Gerusalemme per le cerimonie di Pasqua e Resurrezione del Sabato Santo.Tradizionalmente, i fedeli si recano nella chiesa del loro quartiere a tarda notte, prima di mezzanotte, per la messa di risurrezione. Si vestono bene e portano le candele pasquali per condividere la Luce Santa, iniziando dal sacerdote e passandola da una persona all'altra, insieme a baci e auguri di cuore. I fuochi d'artificio illuminano il cielo notturno. La Santa Luce viaggia da Gerusalemme su un aereo di Stato e viene ricevuta con gli stessi onori dei capi di Stato, a simboleggiare la sua profonda importanza.

Stop 7 - La prima università

Continuando la nostra passeggiata, torniamo indietro alla fine del 1820. La guerra d'indipendenza contro i turchi ottomani si era appena conclusa, portando alla formazione del primo Stato greco indipendente. Il governatore greco inaugurale, Ioannis Kapodistrias, affrontò il compito monumentale di organizzare la nazione dalle fondamenta, con un'attenzione particolare alla creazione del sistema educativo. Vennero fondate scuole in tutto il nuovo Stato, utilizzando il metodo Bell-Lancaster di instruzione reciproca, in cui gli studenti più anziani insegnavano ai più giovani. Questo metodo era essenziale a causa della scarsità di insegnanti e scuole e segnò l'introduzione di scuole per ragazze.Inizialmente, il programma non prevedeva livelli per l'instruzione superiore, in quanto la priorità era l'alfabetizzazione di base. Tuttavia, quando la necessità di un'istruzione superiore divenne evidente, re Ottone istituì la prima università della Grecia e dell'intera penisola balcanica. L'edificio che ospitava questa università si trova davanti a voi.Risalente al periodo ottomano, questo edificio apparteneva originalmente a una signora turca prima di essere acquistato dagli architetti e urbanisti Stamatis Kleanthis e Eduard Schaubert. Incaricati dal governo di progettare il piano urbanistico di Atene, restaurarono l'edificio per farne la loro residenza e il loro spazio di lavoro. Le sue dimensioni e le stanze aggiuntive lo resero una sede temporanea ideale per l'università, che vi operò dal 1837 al 1841.Durante questo periodo, un piccolo numero di studenti di tutte le età, insieme a cittadini curiosi di vari ranghi, frequentò le lezioni dei primi professori. L'università comprendeva quattro facoltà: legge, filosofia, medicina e teologia. Sia gli studenti che i professori erano esclusivamente uomini fino al 1890, quando furono ammesse per la prima volta le donne. Nel primo decennio, solo 20 donne si laurearono.Nel 1842 fu completato l'imponente edificio universitario neoclassico di via Panepistimiou, progettato dall'architetto danese Christian Hansen, mentre l'edificio di Plaka fu abbandonato e venduto. Divenne una residenza per circa 30 famiglie e una taverna, che chiuse negli anni '70 quando gli ultimi abitanti se ne andarono.Oggi, dopo il restauro, l'edificio è stato transformato a Museo dell'Università di Atene, dove sono esposte le prime attrezzature mediche, i registri, le foto e gli oggetti personali dei suoi ex abitanti. Non perdete l'occasione di visitarlo e di conoscere le basi dell'instruzione superiore in Grecia. Sapevate che in Grecia l'instruzione rimane obbligatoria e gratuita e che le università greche sono altamente classificate a livello mondiale?Ora lasciamo da parte gli aspetti religiosi ed educativi di quest'area e addentriamoci nei luoghi di svago dell'antichità.

Stop 8 - Il Bagno dei venti

Signore e signori, vi invitiamo a rivolgere la vostra attenzione a uno dei tre hammam della città e all'unico bagno pubblico di Atene sopravvissuto fino a oggi. Costruito all'inizio del 16 secolo, nel primo periodo ottomano, questo hammam è rimasto in uso continuo fino al 1956. Nel 19 secolo, i locali ampliarono il bagno, aggiunsero altre stanze e adottarono uno stile più europeo e neoclassico. A quel tempo, visitare l'hammam era un passatempo molto amato dagli ateniesi e lavorarci era considerato uno dei lavori più redditizi e ben pagati.In origine, l'edificio era dotato di un unico bagno, che funzionava a orari diversi per uomini e donne. In seguito furono create ali separate per uomini e donne. I visitatori potevano fare il bagno in acqua calda o tiepida, rilassarsi e socializzare. Non mancate di visitare questo bellissimo edificio per assaporare l'atmosfera storica, conoscere la storia dei bagni e scoprire la lunga tradizione della cura del corpo.Proseguendo lungo via Kyrristou e girando a sinistra alla fine, si raggiunge l'Agorà romana. Si prega di camminare con attenzione, poiché ci sono diverse lastre rotte sulla strada acciottolata.

Stop 9 - L'agorà romana

Alla fine del 1 secolo a.C., sotto l'occupazione romana, Atene conobbe una notevole crescita demografica. Per i Romani, Atene simboleggiava il luogo di nascita della democrazia e fungeva da centro culturale ed educativo per la filosofia, le arti e la conoscenza superiore. Ad Atene vissero e studiarono numerosi romani, sia importanti che meno noti, tra cui generali, imperatori, governantori, poeti e filosofi. Essi visitavano la città per periodi più o meno lunghi, per studiare, lavorare e commerciare.L'antica Agorà, il cuore dell'Atene classica, divenne troppo piccola per la vivace popolazione. Soprattutto in epoca romana, l'Agorà era densamente popolata di edifici che servivano a scopi politici, religiosi e commerciali. In primo luogo, era il centro sociale dove le persone si riunivano per scambiare notizie e socializzare in un'epoca in cui non esistevano i telefoni cellulari o i social media. Di conseguenza, lo spazio per le spese era limitato.Per risolvere questo problema, Giulio Cesare e poi l'imperatore Augusto finanziarono la costruzione dell'Agorà romana, un mercato dedicato alle attività commerciali. La nuova Agorà era caratterizzata da un ampio cortile rettangolare aperto, inizialmente realizzato in terra battuta e successivamente ricoperto di marmo. Era circondata da stoas - colonnati coperti divisi in piccoli negozi - che consentivano alla gente di curiosare tra una varietà di merci al riparo dalle intemperie. In sostanza, si trattava di un antico centro commerciale.Oltre ai negozi all'interno degli edifici con colonne ioniche, i venditori ambulanti vendevano i loro prodotti e spuntini nel cortile aperto. Uno degli spuntini preferiti dagli ateniesi era il fico, insieme alle olive e all'uva, che costituivano i tre frutti essenziali per gli abitanti del luogo. La legge ateniese proibiva ai singoli mercanti di vendere fichi al di fuori della città, riservando questo diritto allo Stato per beneficiare di un'elevata tassazione. Riconoscendo i benefici per la salute, i fichi erano un alimento fondamentale nella dieta ateniese, consumato fresco in estate ed essiccato per essere gustato tutto l'anno, una tradizione ancora oggi osservata in Grecia.Attualmente, il sito archeologico che comprende l'Agorà è un'area tranquilla che riceve un numero modesto di visitatori. Immaginate il periodo di massimo splendore del mercato, con la folla che arrivava presto da varie parti della città. Persone di tutte le classi e professioni, uomini e donne, passeggiavano, ispezionando i prodotti, negoziando i prezzi, mentre i mercanti promuovevano le loro merci, spesso a voce alta, in competizione con i nomoi dell'agorà, i funzionari pubblici che assicuravano il rispetto delle regole del mercato.Oggi l'Agorà romana è particolarmente affollata una volta all'anno durante la luna piena di agosto. In questa notte, diversi siti archeologici e musei, tra cui l'Agorà romana, rimangono aperti fino a mezzanotte, offrendo l'ingresso gratuito. Centinaia di persone passeggiano godendosi il cielo notturno ateniese, la luce della luna che illumina le rovine di marmo, il profumo dei gelsomini e la musica di rinomati compositori greci e internazionali. Uno degli eventi più memorabili all'Agorà è stato nell'estate del 1985, quando lo stimato compositore Manos Hadjidakis si esibì in un concerto che comprendeva alcune canzoni popolari a livello internazionale.

Stop 10 - La porta di Atena Archegetis

L'Agorà romana era dotata di due porte monumentali, che facilitavano l'accesso degli acquirenti senza dover tornare sui propri passi. Particolarmente degna di nota era la porta di marmo, vicina all'ingresso del sito archeologico, dedicata ad Atena (o Minerva), dea della saggezza e patrona della città. Le iscrizioni sui pilastri di marmo raccontano come l'Agorà sia stata costruita con le donazioni di Giulio Cesare e dell'imperatore Augusto. Gli stessi pilastri descrivono anche le norme sulla vendita delle olive, sulla tassazione dei mercanti e sui prezzi.Durante il Medioevo e fino alla Guerra d'Indipendenza, l'area intorno alla Porta di Atena era il centro di un bazzar annuale di cereali, soprattutto grano e altri prodotti agricoli. I mercanti esponevano i prezzi delle loro merci su pannelli di legno appesi alle colonne.La vita intorno all'Agorà continuò più o meno nello stesso modo e nel 19 secolo l'area, ad eccezione della Porta, era densamente coperta di case, laboratori e piccole chiese, oscurando l'antico mercato. Dopo studi approfonditi, l'area è stata espropriata e le strutture recenti sono state demolite, permettendo agli scavi archeologici di rivelare partialmente l'Agorà romana. Gran parte di essa, tuttavia, giace ancora sotto la città moderna.

Stop 11 - La Moschea e la Basilica di Fethiye

A nord dell'Agorà si trova l'antica moschea ottomana. Le ricerche archeologiche sotto l'edificio restaurato di epoca ottomana hanno rivelato i resti di una consistente basilica bizantina, probabilmente costruita intorno all' 8 o al 9 secolo e finanziata dall'imperatrice bizantina Irene di Atene. Questa basilica fu importante per la comunità cristiana locale, soprattutto durante l'occupazione latina da parte di Franchi e Veneziani. Dal 13 al 15 secolo, il Partenone, già cattedrale ortodossa di Atene, fu convertito in cattedrale cattolica latina. Di conseguenza, i fedeli greco-ortodossi utilizzarono per breve tempo la grande basilica come chiesa principale.Quando i turchi ottomani conquistarono Atene a metà del 15 secolo, trasformarono la basilica in una moschea, che accolse il sultano Mehmed il Conquistatore. Con l'aumento della popolazione turca ad Atene, la moschea originale non fu più in grado di accoglierli, e ciò portò alla sua demolizione e alla costruzione di una moschea più grande nel 1670. Questa moschea, ispirata alla magnifica Hagia Sophia di Costantinopoli, presenta le caratteristiche semicupole che circondano la cupola principale. La struttura originaria comprendeva un minareto, una torre da cui i musulmani venivano chiamati alla preghiera, ma fu rimosso dopo la Guerra d'Indipendenza.Nel corso del tempo, l'edificio è stato utilizzato per vari scopi, tra cui scuola per i greci, caserma militare, prigione e panetteria. Il primo restauro e la pulizia dell'edificio avvennero negli anni '30 e dal 2017 è stato riaperto al pubblico per eventi culturali.Mentre continuate a esplorare l'area, lasciate che vi parli delle latrine pubbliche.

Stop 12 - Le latrine pubbliche - Vespasianae

L'Agorà romana è stata per secoli un centro di grande movimento. Naturalmente, in un'area in cui si trascorrevano molte ore, nasceva l'esigenza di avere dei servizi igienici pubblici. Questa necessità portò alla costruzione delle Vespasianae, dal nome del famoso imperatore romano Vespasiano. Costruite nella seconda metà del 1 secolo a.C., queste toilette pubbliche sono una testimonianza dell'ingegno e della praticità romana.Le Vespasianae erano caratterizzate da un corridoio coperto che conduceva all'edificio quadrato principale, dotato di un soffitto aperto per garantire luce e ventilazione. Oggi ne rimangono solo le fondamenta. La struttura comprendeva panche di marmo con fori, simili ai moderni sedili dei servizi igienici, e un flusso d'acqua continuo al di sotto per mantenere la pulizia. Al centro della stanza, un piccolo stagno ospitava spesso anatre o rane per mascherare eventuali suoni indesiderati.Questi bagni potevano ospitare circa 70 persone contemporaneamente, anche se senza alcuna mesura privata. Alcune testimonianze suggeriscono che amici o parenti si recavano insieme nei bagni per socializzare, mentre altri studi sostengono che la mancanza di igiene e gli odori sgradevoli limitavano il tempo che le persone vi trascorrevano.Il nome Vespasianae onora l'imperatore Vespasiano, che regnò dal 69 al 79 d.C. e fu noto per le sue riforme finanziarie, la stabilità politica e gli importanti progetti edilizi, tra cui il Colosseo. È interessante notare che il suo nome è stato associato alle latrine pubbliche perché ha istituito una tassa per il loro utilizzo, che ha portato al ridicolo pubblico.Osservando i resti delle Vespasianae, riflettete sulla vita quotidiana degli antichi romani e sulle soluzioni pratiche che escogitavano per soddisfare le loro esigenze.

Stop 13 - L'orologio di Andronicos o la Torre dei venti

Quando sarete pronti, continueremo la nostra passeggiata. Vi trovate di fronte a una delle costruzioni più notevoli del mondo antico: una torre ottagonale in marmo, alta quasi 13 metri. Questa struttura, completata a metà del 1 secolo a.C. durante il primo periodo romano di Atene, fu progettata dal famoso astronomo Andronico. Questo edificio multifunzionale fungeva da meridiana, orologio idraulico, guida planetaria e prima stazione meteorologica del mondo. È considerato il monumento antico meglio conservato della Grecia, grazie al suo continuo utilizzo nel corso dei secoli.Nel periodo paleocristiano, la torre fu transformata a chiesa o battistero. Durante l'occupazione ottomana del XVII secolo, divenne la Tekke dei dervisci, un luogo per le loro danze vorticose e le loro preghiere. Questo uso continuo è proprio il motivo per cui il monumento è sopravvissuto fino all'inizio del XIX secolo, quando Lord Elgin intendeva smantellarlo e trasportarlo in Inghilterra. Tuttavia, i dervisci resistettero, assicurandone la conservazione.In origine, la torre fungeva da prima stazione meteorologica del mondo. Sulla parte superiore dell'edificio, appena sotto il tetto conico, si trovano rilievi che raffigurano gli otto venti, personificati come figure maschili con ali che reggono i loro simboli. Una banderuola di bronzo a forma di Tritone, metà uomo e metà pesce, coronava un tempo il tetto. Tritone girava per indicare la direzione del vento, indicando la figura corrispondente, informando così la gente sul tempo e aiutandola a pianificare le attività quotidiane e gli acquisti nell'adiacente mercato romano.Zefiro, il vento dell'ovest, era raffigurato come un giovane che spargeva fiori, a simboleggiare le brezze calde e fruttuose della primavera. Al contrario, Kaikias, il vento di nord-est, era raffigurato come un uomo barbuto che reggeva uno scudo pieno di chicchi di grandine, a rappresentare il tempo tempestoso.Più in basso, sulle pareti della torre, aste di bronzo proiettavano un tempo le ombre su specifici segni scolpiti nel marmo da Andronico, fungendo da meridiane. Per i giorni nuvolosi, le persone potevano entrare nella torre per utilizzare la clepsydra, o orologio ad acqua. L'acqua delle sorgenti dell'Acropoli veniva raccolta in due bacini collegati, facendo funzionare l'orologio in modo continuo.Nel 18 secolo, i viaggiatori-reporter visitarono Atene con grande entusiasmo, documentando le antichità della città. Tra questi, James Stuart e Nicolas Revett pubblicarono un best-seller sui monumenti antichi, rendendo famosa la Torre dei Venti anche quando era quasi semisepolta dalla terra accumulata. Sulla base della torre sono stati progettati diversi edifici, tra cui l'Osservatorio Radcliffe di Oxford, in Inghilterra.

Stop 14 - La Medresse

Di fronte alla Torre dei Venti si trova una scuola ottomana, costruita nel 1721. Questo edificio quasi quadrato presentava un cortile aperto e piccole stanze dove gli studenti vivevano e studiavano. Qui i giovani musulmani venivano istruiti in legge, religione, filosofia e letteratura.Dopo l'occupazione ottomana, l'edificio fu adibito a prigione. Le autorità aggiunsero un secondo livello e altre celle per ospitare criminali communi e oppositori politici in condizioni estremamente dure. Nel cortile si trovava un alto platano, famigerato come luogo di impiccagione dei criminali. Questo albero divenne un simbolo terribile nella memoria collettiva e fu spesso citato negativamente in leggende e canzoni. Molte persone furono sollevate quando fu colpito da un fulmine e bruciò.Per quanto riguarda il destino dell'edificio, un abitante del luogo sognò un antico tesoro nascosto sotto la Medresse. Convinto dalle autorità e dagli archeologi, nel 1914 iniziò la demolizione dell'edificio, ma non fu trovato alcun tesoro, con grande disappunto.

Stop 15 - Via Aiolou

Lasciando la Medresse e dirigendoci verso la Biblioteca di Adriano, percorriamo via Aiolou. Al numero 3, sulla sinistra, si trova un antico edificio risalente al 19 secolo, il famoso Hotel Aiolos. Costruito negli anni Trenta del 19 secolo, quando Atene divenne la capitale del nuovo Stato greco, questo hotel fu inaugurato nel 1837 e progettato dal famoso architetto e urbanista Stamatis Kleanthis. Kleanthis è noto per i suoi importanti contributi, tra cui il primo piano urbanistico di Atene e l'offerta della sua casa a Plaka per la prima università greca.L'hotel aveva un design semplice, con due piani e 25 camere, la maggior parte delle quali situate al piano superiore, con alte finestre che si affacciavano sulla strada o sul cortile interno. Solo due camere erano dotate di balcone. L'hotel comprendeva anche alcuni servizi igienici e un bagno. Secondo le inserzioni pubblicitarie sui giornali locali, la caratteristica più notevole dell'hotel era che tutte le camere erano dotate di letti - un'amenità notevole per l'epoca, dato che molti viaggiatori portavano i loro letti. Le pubblicità informavano inoltre i visitatori che erano disponibili pasti in stile europeo e turco a prezzi ragionevoli.Nei sotterranei di questo ex albergo si trovano le rovine della Biblioteca di Adriano, che stiamo per esplorare.

Stop 16 - La biblioteca di Adriano

Ci stiamo avvicinando a uno dei centri culturali più significativi del mondo antico e alla città di Atene. Questo sito fu costruito dal famoso imperatore romano Adriano, che lasciò la sua eredità architettonica in tutta Europa. Adriano aveva una particolare affinità con Atene, contribuendo alla costruzione di acquedotti, templi, teatri, ponti e altro ancora. Promosse con fervore anche le attività culturali della città, essendo un grande ammiratore delle arti e delle lettere.Durante la sua terza visita ad Atene, intorno al 130 d.C., Adriano realizzò il progetto di una grande biblioteca vicino al centro della vita politica, commerciale e religiosa. Quello che vediamo davanti a noi è una struttura che ricorda un foro romano, simile all'Agorà romana che abbiamo esplorato in precedenza. Questo cortile rettangolare, che misura 100 per 70 metri, è circondato da mura e colonne. Secondo l'antico viaggiatore e storico Pausania, la biblioteca era una delle costruzioni più lussuose di Adriano, adornata con colonne di marmo frigio, pareti di alabastro, statue, materiali preziosi e soffitti colorati.L'ingresso sul lato occidentale è caratterizzato da un alto muro di marmo interrotto dal propylon, una porta monumentale composta da quattro colonne corinzie in marmo rosa. Ai lati del cancello si trovano colonne corinzie in marmo verde provenienti da diverse regioni del vasto impero, che creano un effetto suggestivo molto apprezzato dai Romani. I visitatori entravano in un'imponente stoa che conduceva al grande cortile aperto con una piscina lunga quasi 60 metri, ideale per rilassarsi dopo aver studiato e seguito le lezioni. I lati settentrionale e meridionale del cortile erano dotati di lunghi portici, dove si trovavano sale protette per conferenze, discussioni filosofiche e lezioni.Per quanto riguarda il contenuto della biblioteca, i libri come li conosciamo noi non esistevano. Si usava invece il papiro o la pergamena. La biblioteca ospitava circa 20.000 rotoli di papiro e le conoscenze erano conservate nell'edificio orientale a due piani. Questa sezione aveva scaffali per i rotoli di papiro, sale di lettura e piccoli anfiteatri per riunioni e conferenze. I visitatori non potevano portare i rotoli di papiro fuori dalla biblioteca, garantendo un ambiente sereno e tranquillo per imparare, rilassarsi e ammirare l'arte e l'architettura.La biblioteca fu distrutta nel 3 secolo d.C. quando gli Eruli, un antico popolo germanico, invasero Atene, causando ampie distruzioni. In risposta, la popolazione locale costruì nuove mura di fortificazione, incorporando la biblioteca nelle difese della città. Anche se parzialmente riparata all'inizio del 5 secolo d.C., la biblioteca non riacquistò mai il suo antico splendore.Al centro del sito archeologico si possono vedere delle colonne che segnano la posizione della grande vasca d'acqua della biblioteca. Durante il periodo paleocristiano, nel 5 secolo, quest'area era coperta dal Tetraconch, un edificio con quattro absidi che fungeva da chiesa dedicata alla Vergine Maria. Dopo essere stata distrutta nell' 11 secolo, fu costruita una chiesa più semplice, anch'essa dedicata alla Vergine Maria. Conosciuta come “chiesa sommersa” durante il periodo ottomano, solo la sua cupola era visibile perché quasi sepolta. Nonostante ciò, l'area rimase il cuore politico, commerciale e culturale dell'Atene medievale fino al devastante incendio dell'agosto 1884.Continuiamo ora l'esplorazione di questo sito straordinario.

Stop 17 - L'orologio dell'Agorà

Tra le strutture distrutte dall'incendio del 1884 c'era il famoso Orologio dell'Agorà, situato dietro la Biblioteca di Adriano. Questo orologio era un dono del britannico Lord Thomas Bruce, noto per aver rimosso i famosi tesori e le decorazioni dai monumenti dell'Acropoli. Nel tentativo di placare la popolazione locale, egli donò alla città un grande orologio. Tuttavia, questo gesto non mitigò il risentimento, soprattutto quando agli ateniesi fu richiesto di pagare tasse più alte per finanziare la costruzione di un'alta torre per sostenere l'orologio. Nonostante la forte opposizione, la torre di quasi 15 metri fu completata nel cuore della città e utilizzata fino al 1884. L'orologio stesso, tuttavia, ebbe una vita breve.Inizialmente, la gente del posto faceva molto affidamento sull'orologio per organizzare le proprie attività quotidiane. Quando smise di funzionare dopo pochi anni, si sentirono completamente disorientati. L'unica soluzione che trovarono fu quella di posizionare un cannone in cima all'Acropoli, che veniva sparato una volta al giorno a mezzogiorno per segnalare l'ora.Si conclude così la storia di una delle parti più significative dell'Atene romana e medievale. Vogliamo continuare?

Stop 18 - La Moschea di Tzisdarakis

Continuando a percorrere via Areos, passando attraverso le bancarelle di souvenir, troverete la famosa Moschea di Tzisdarakis, adiacente alla Biblioteca di Adriano. È uno degli edifici più iconici della vivace piazza Monastiraki, situata proprio di fronte alla stazione della metropolitana, ed è uno dei luoghi più fotografati della città. Costruita nel 1759 dal governatore ottomano di Atene, Mustapha Agha Tzisdarakis, la costruzione della moschea comportò la controversa demolizione di una colonna, proveniente dal Tempio di Zeus o dalla vicina biblioteca. Questo atto scatenò l'ira degli ateniesi.La popolazione locale non era solo arrabbiata per la distruzione di un antico monumento; la loro rabbia era aggravata da una superstizione prevalente secondo cui la demolizione di una struttura antica poteva liberare maledizioni e disgrazie. Di conseguenza, quando Tzisdarakis utilizzò un'intera colonna per costruire la calce della moschea, si trovò di fronte a una forte reazione. Per sedare il malcontento, il Sultano licenziò Tzisdarakis. Ironia della sorte, un anno dopo il completamento della moschea, un'epidemia di peste colpì la città, che molti attribuirono alle azioni di Tzisdarakis.Nonostante la superstizione, la moschea merita una visita. Si sviluppa su due livelli: il piano terra, che dal 18 secolo ospita piccoli negozi di souvenir, e il piano superiore, che è servito da moschea fino all'inizio della guerra d'indipendenza. L'edificio presenta una grande cupola emisferica su base ottagonale, inizialmente rivestita di piombo e successivamente di piastrelle di ceramica. All'interno, il punto focale è il mihrab, che indica la direzione della Mecca.All'inizio del 20 secolo, l'edificio è stato parzialmente ristrutturato e gestito come Museo dell'artigianato greco. Dagli anni '70 è il Museo dell'Arte Popolare Greca, dove i visitatori possono ammirare una splendida collezione di vasellame e ceramiche.

Stop 19 - Stazione della metropolitana di Monastiraki

Proprio di fronte alla Moschea di Tzisdarakis si trova la stazione della metropolitana di Monastiraki, inaugurata nel maggio 1895 come stazione della linea 1, la più antica delle tre linee della metropolitana ateniese. Questa linea ha sempre collegato i sobborghi settentrionali e meridionali di Atene.La forma attuale della stazione risale al 2003, quando è stata completata la linea 3 della metropolitana, che passa direttamente sotto piazza Monastiraki. Durante gli scavi della metropolitana è stata fatta una scoperta importante: un'intera città antica giaceva sotto quella moderna. Sono stati portati alla luce migliaia di oggetti portatili e le rovine delle infrastrutture della città di varie epoche. I ritrovamenti più antichi all'interno della stazione risalgono all' 8 secolo a.C. e arrivano fino al 18 secolo. Questi ritrovamenti includono resti di case, laboratori, cimiteri e altro ancora. Il ritrovamento più impressionante, tuttavia, è l'alveo del fiume Eridano, uno dei tre fiumi di Atene, che scorre ancora oggi.Anche se non utilizzate la metropolitana, potete visitare le varie stazioni della metropolitana di Atene per vedere questi reperti archeologici, dato che molti funzionano come piccoli musei. Durante le passeggiate, è consigliabile fare attenzione ai propri effetti personali per evitare eventuali borseggi.

Stop 20 - Chiesa della Madonna Pantanassa

All'estremità settentrionale della piazza si trova la chiesa di Pantanassa, relativamente piccola ma significativa. Il nome “Pantanassa” si traduce in “regina di tutti” dal linguaggio poetico omerico. Sebbene non si conosca la data esatta di costruzione della chiesa, il nucleo della struttura attuale risale al 17 secolo. Si ritiene che la chiesa originaria sia stata completata nel 10 secolo o prima, subendo varie ristrutturazioni nel corso del tempo.Inizialmente, la chiesa faceva parte di un grande e fiorente monastero di monaci, poi diventato un convento con un numero significativo di suore. Il convento comprendeva una vasta area con celle e laboratori dove le monache producevano tappeti, ricami e tessuti di lana fatti a mano, che vendevano al mercato locale. Insegnavano anche arti e mestieri a giovani ragazze e donne, non esclusivamente suore. Per le sue dimensioni, la sua ricchezza e la sua reputazione, il convento era chiamato “il Grande Monastero”.Tuttavia, durante la Guerra d'Indipendenza del 19 secolo, l'area ha vissuto molte sfide, che hanno portato al declino del monastero. La piccola chiesa era l'unica parte sopravvissuta. Il nome “Monastiraki”, che significa “il piccolo monastero”, deriva da questa chiesa e l'intera area è stata successivamente chiamata così.

Stop 21 - Piazza Monastiraki

Mentre vi trovate a Piazza Monastiraki, approfittate dell'opportunità di rilassarvi nei caffè e nelle taverne vicine o di concedervi una pallina di yogurt greco congelato con deliziose guarnizioni. Per chi è interessato allo shopping, la zona offre una varietà di negozi che vendono prodotti locali e tradizionali e souvenir. Inoltre, nei dintorni della piazza si trovano alcuni dei luoghi più noti per gustare i tipici souvlaki greci.Questa passeggiata ci ha guidato attraverso 2.500 anni di storia di Atene. Ora che avete imparato la storia di questa magnifica città, tornate nell'Atene del 21 secolo. Esplorate e godetevi questa capitale mondiale, culla di lancio della civiltà occidentale.Caro viaggiatore, caro amico, la nostra esplorazione si conclude qui. Grazie per esserti unito a me in questo viaggio attraverso la vecchia Atene. Spero che abbiate apprezzato questo mosaico di storie, leggende, storia e cultura, nonché le gemme nascoste della Plaka. C'è senza dubbio molto altro da scoprire. Se avete intenzione di continuare a visitare Atene, offriamo anche audio tour per l'Acropoli, l'Antica Agorà e il mercato delle pulci di Monastiraki e Kerameikos.

Alla scoperta della Plaka: il centro storico di Atene
22 Stops
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2km
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